Per trattare l’ernia del disco non è sempre necessario l’intervento chirurgico: il disco intervertebrale dispone di una dinamica di riparazione automatica che permette, nella gran parte dei casi, la risoluzione spontanea del problema in circa due mesi. Lo specialista ha il compito principale di monitorare le condizioni del paziente e favorirne la guarigione mediante terapia farmacologica con antinfiammatori e antidolorifici. Quando ricorrere, invece, a un intervento mini invasivo per l’ernia del disco? Cos’è una tecnica mini invasiva per il dolore disco lombare?
Ernia del disco: intervento mini invasivo, quando e perché sceglierlo
Ci sono casi in cui è preferibile intervenire con trattamenti mini invasivi, funzionali a eliminare l’ernia discale lombare: vengono utilizzate tecniche percutanea, che scongiurano qualsiasi incisione, e degli aghi che agiscono tramite una tecnologia radioscopica guidata.
Quali sono i vantaggi di queste tecniche innovative?
Rispetto al tradizionale intervento di neurochirurgia, grazie alle tecniche mini invasive si ha l’opportunità di operare direttamente nella zona discale: si evita così di intervenire sulla regione spinale, dove sono collocate le strutture neurologiche fondamentali, e si previene un ulteriore intervento per trattare le eventuali cicatrici. Questi i vantaggi del trattamento: intervento in anestesia locale; nessun trauma per i tessuti; nessun dolore per il paziente; nessuna cicatrice post-operazione nella regione delle radici nervose; riabilitazione post-intervento rapida e agevole.
Ernia del disco lombare: tipologie di trattamenti mini invasivi
La scelta di un intervento mini invasivo per l’ernia del disco può variare di molto da caso a caso. Le tipologie di trattamenti mini invasivi che approfondiamo di seguito sono: intervento di coblazione; discectomia percutanea; tecnica endoscopica.
Coblazione ernia del disco: efficacia e benefici del trattamento
L’intervento di coblazione dell’ernia del disco è ideale per trattare ernie di piccole dimensioni che non sono ancora fuoriuscite dall’anulus. Quando il paziente percepisce dolore per l’irritazione della regione nervosa e il trattamento farmacologico non risulta efficace, si può ricorrere a questa operazione mini invasiva. In cosa consiste l’intervento di coblazione? viene praticata inizialmente una sedazione o un’anestesia locale, a seconda delle preferenze del neurochirurgo e del quadro clinico del paziente; il trattamento viene realizzato tramite ago, da inserire nella zona discale coinvolta; per ridurre la tensione nello spazio discale il neurochirurgo effettua alcune coblazioni, grazie alle quali si provoca la vaporizzazione del nucleo polposo; grazie a questa procedura di decompressione, la radice nervosa non subirà più la pressione della protrusione discale e non sarà più causa di irritazione e dolore per il paziente; l’intervento ha breve durata e non prevede pernottamento del paziente in ospedale.
Discectomia percutanea lombare
L’intervento mini invasivo di discectomia percutanea viene realizzato in anestesia locale: viene inserita una sonda molto sottile nello spazio discale e viene controllata tramite fluoroscopia, tecnica radiologica per indagare in tempo reale le strutture anatomiche di un paziente. L’obiettivo della sonda è quello di svuotare il disco e ridurne la pressione all’interno: lo strumento è provvisto di una vite a doppia elica, in grado di “trivellare” il tessuto discale grazie a un piccolo motore interno. Anche in questo caso non esistono rischi chirurgici e non vengono praticate incisioni e punti di sutura. La procedura risulta essere molto efficace: abbiamo la scomparsa o la diminuzione consistente dei sintomi nell’80% dei casi.
Discectomia endoscopica per ernia del disco
La discectomia endoscopica per ernia del disco è una delle tecniche più utilizzate in questo campo. A differenza delle altre tecniche percutanee analizzate in precedenza, con la tecnica endoscopica lo specialista è in grado di trattare anche ernie di dimensioni più grandi, come le ernie migrate o espulse. L’intervento in endoscopia si avvale dell’anestesia locale e in taluni casi anche di quella spinale. Esistono diverse tecniche che variano a seconda della tipologia di ernia: trattamento posterolaterale: funzionale a rimuovere piccole ernie, ancora contenute nell’anulus, e protrusioni del disco lombare; trattamento transforaminale: per rimuovere ernie migrate o espulse; trattamento interlaminare paramediano: per trattare ernie discali espulse o di dimensioni considerevoli. L’intervento inizia con l’inserimento percutanea di una cannula endoscopica in grado di raggiungere lo spazio discale erniato. Una volta collocata la cannula viene introdotto l’endoscopio e si comincia a rimuovere il contenuto del disco tramite lavaggio costante e sotto il controllo visivo dell’endoscopio. Anche in questo caso il livello di invasività è minimo: non sono praticate incisioni, né suture e sono quindi scongiurate le eventuali cicatrici. La procedura ha una durata massima di 45 minuti.
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