Con la definizione di frattura vertebrale si indica la rottura di una vertebra della colonna vertebrale, a seguito di traumi, incidenti, contrasti sportivi, oppure a causa di neoplasie o patologie degenerative che colpiscono le strutture ossee, come l’osteoporosi.
In questo articolo tratteremo essenzialmente delle fratture vertebrali traumatiche: le cause principali di fratture vertebrali risultano proprio essere i traumi provocati da incidenti automobilistici, scontri sportivi, atti violenti e cadute dall’alto. I soggetti più colpiti, infatti, sono spesso i soggetti più giovani.
Quali sono i sintomi più comuni? Come avviene la diagnosi? Qual è il trattamento più idoneo per una vertebra fratturata?
Frattura vertebrale: sintomi più frequenti
I sintomi della frattura di una o più vertebre della colonna possono variare anche di molto da caso a caso e dipendono essenzialmente dal tipo di frattura e dall’eventuale lesione del midollo spinale, una delle zone anatomiche più delicate del corpo umano.
Se la frattura vertebrale da trauma coinvolge anche i nervi o il midollo spinale, come in caso di incidenti in auto o cadute dall’alto, i sintomi possono essere anche di natura neurologica:
- perdita di sensibilità;
- parestesia e debolezza muscolare lungo gli arti;
- perdita di controllo di sfintere vescicale e anale;
- paralisi degli arti superiori o inferiori.
Come procedere a una diagnosi rapida e accurata?
Diagnosi frattura vertebrale: quali sono gli esami strumentali necessari?
Per eseguire una diagnosi efficace e procedere all’identificazione di una frattura vertebrale, lo specialista effettua per prima cosa l’anamnesi del paziente, l’esame obiettivo, l’esame neurologico e in seguito i test strumentali. Questi i passi fondamentali per individuare l’eventuale frattura di una o più vertebre:
- anamnesi: se il paziente è cosciente, si può procedere a una raccolta di informazioni per identificare le potenziali cause; se incosciente, le domande dovrebbero essere poste ai testimoni dell’incidente.
- esame obiettivo: lo specialista ispeziona la zona dolente, esaminando anche la testa e la regione toracica, addominale, pelvica e degli arti;
- esame neurologico: ulteriore test per comprendere il coinvolgimento del midollo spinale e dei nervi spinali;
- esami strumentali: tramite i test di imaging alla spina dorsale, come radiografia, TAC e RMN, lo specialista può ottenere informazioni più precise sulla gravità della frattura e confermare o meno la diagnosi iniziale.
Fratture vertebrali trattamento: terapia conservativa o intervento chirurgico?
Per trattare la rottura di una o più vertebre, in alcuni casi, può bastare anche la terapia conservativa, a patto che si tratti di fratture di lieve entità.
In questi casi la terapia conservativa consiste nell’applicazione di un busto ortopedico per fratture vertebrali: la sua funzione è quella di immobilizzare la colonna vertebrale durante il periodo di riparazione ossea, seguito poi da un percorso personalizzato di fisioterapia, pianificato da uno specialista del settore, per intraprendere una graduale mobilizzazione della colonna.
Quando ricorrere, invece, all’intervento chirurgico?
Fratture vertebrali intervento chirurgico: quando ricorrere ai trattamenti mini invasivi
La chirurgia mini invasiva per la colonna vertebrale risulta ad oggi una delle tecniche più efficaci e innovative per trattare fratture vertebrali di diversa entità. Si ricorre a questo tipo di intervento neurochirurgico quando è necessario rimuovere frammenti ossei nel canale spinale o quando vi è instabilità nella colonna.
In questi casi è necessario affidarsi a specialisti in campo neurochirurgico con esperienza pluriennale e che utilizzano i migliori devices sul mercato. Puoi rivolgerti all’èquipe di Neurochirurgia24, per visite specialistiche e interventi chirurgici a Roma, guidati dall’esperienza e dalla competenza del prof. Antonino Raco e del prof. Massimo Miscusi.
Fratture vertebrali: quando ricorrere ai trattamenti mini invasivi
Le procedure più applicate in neurochirurgia sono la vertebroplastica e la cifoplastica, due tecniche molto efficaci e poco invasive che possono essere eseguite in regime di day hospital, sotto sedazione o anestesia locale, utili a ridurre il dolore, specialmente nelle fratture osteoporotiche o da metastasi.
Vertebroplastica e cifoplastica sono trattamenti percutanei piuttosto simili tra loro: quali sono le principali differenze?
Vertebroplastica per frattura spina dorsale: in cosa consiste l’intervento?
L’intervento di vertebroplastica percutanea prevede l’iniezione di uno specifico cemento osseo all’interno della vertebra colpita, tramite ago metallico inserito mediante supervisione con fluoroscopia digitale: il materiale introdotto si propaga nella vertebra fratturata e tende a solidificarsi in circa due ore. Questa tecnica mini invasiva comporta la riduzione della sintomatologia dolorosa, contribuisce alla stabilizzazione della vertebra e alla prevenzione di altri eventuali cedimenti.
Gli esami diagnostici preparatori sono radiografia e risonanza magnetica, e in alcuni casi possono essere richiesti TAC e scintigrafia ossea. La vertebroplastica consente al paziente, il più delle volte, di tornare a casa anche il giorno stesso dell’operazione.
Cifoplastica percutanea per fratture vertebrali traumatiche: come funziona il trattamento?
La cifoplastica percutanea è un intervento di neurochirurgia mini invasiva per trattare le fratture vertebrali. Si differenzia dalla vertebroplastica perché il suo obiettivo principale è la correzione delle deformità del corpo vertebrale causate dal trauma, utilizzando diverse tecniche.
Una delle tecniche tradizionali era la cosiddetta cifoplastica con palloncino, sostituita oggi da trattamenti più innovativi: consisteva nella creazione di una nicchia all’interno del corpo della vertebra, inserendo poi un palloncino espandibile da gonfiare, in modo da risollevare e ristabilire l’altezza del corpo vertebrale.
Attualmente sono altre le metodiche sfruttate dagli specialisti di neurochirurgia: una delle più diffuse è la cifoplastica con Spine Jack, tecnica di ultima generazione che si avvale di uno strumento in titanio inserito nel corpo vertebrale per ottenerne il suo rimodellamento. Rispetto all’intervento con il palloncino, questo intervento mini invasivo permette di raggiungere risultati più soddisfacenti nella correzione della deformità della vertebra, riducendo sensibilmente i rischi.
In seguito, come nella vertebroplastica, viene introdotto un cemento specifico nella vertebra coinvolta tramite ago metallico, in modo da agevolare la stabilizzazione della colonna vertebrale.
Trattamenti mini invasivi della colonna vertebrale Roma
In questi casi è necessario affidarsi a specialisti in campo neurochirurgico con esperienza pluriennale e che utilizzano i migliori devices sul mercato. Puoi rivolgerti all’èquipe di Neurochirurgia24, per visite specialistiche e interventi chirurgici a Roma, presso la Clinica Villa Margherita, guidati dall’esperienza e dalla competenza del prof. Simone Peschillo e del dr. Luca Ricciardi.