La cisti aracnoidea (CA) è una lesione benigna che colpisce il sistema nervoso centrale: si tratta di una sacca ripiena di liquor (liquido cefalorachidiano limpido o raramente xantocromico) collocata a livello della meninge aracnoide dell’encefalo o, molto più raramente, del midollo spinale.
Le cisti aracnoidee sono state classificate in base alla loro localizzazione anatomica in sopratentoriali e sottotentoriali.
Le CA sopratentoriali possono essere divise in cisti della scissura silviana, della sella turcica o soprasellari, della scissura interemisferica, della convessità cerebrale e della cisterna quadrigemina. Le CA sottotentoriali sono lesioni meno frequenti rispetto alle lesioni sopratentoriali e rappresentano circa il 25% di tutte le cisti aracnoidee intracraniche.
Il più delle volte si presentano come patologia asintomatica e per tale ragione vengono spesso indicate con il nome di “cisti silenti”.
Nei casi in cui risulta sintomatica, la cisti aracnoidea è una condizione patologica in grado di ridurre notevolmente la qualità della vita dei pazienti. Quali sono, quindi, i sintomi che caratterizzano la cisti aracnoidea?
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Cisti aracnoidea: sintomi più comuni
I principali sintomi, quando presenti, sono costituiti essenzialmente da ipertensione endocranica, deficit focali ed epilessia. Una sintomatologia dolorosa tipo cefalea, in alcuni casi invalidante, può assumere diversi gradi di gravità in relazione essenzialmente alla localizzazione ed alle dimensioni della cisti. Come riconoscere l’insorgenza di una sintomatologia causata da cisti aracnoidea encefalica? Questi i sintomi più comuni:
- nausea e vomito;
- vertigini e cefalee;
- perdita parziale della funzione motoria di una metà del corpo (emiparesi);
- crisi epilettiche;
- accumulo di quantità eccessive di liquor nei ventricoli cerebrali per compressione delle vie di deflusso liquorale (idrocefalo);
- decadimento cognitivo;
- disturbi visivi;
- perdita del controllo sulla coordinazione motoria (atassia);
- psicosi.
Quando è localizzata nella zona dei lobi temporali, viene definita cisti aracnoidea temporale: in tal caso possono emergere sintomi come epilessia, letargia, problemi di vista e di udito, così come atassia, difficoltà di deambulazione e decadimento cognitivo.
Parliamo di cisti aracnoidea frontale quando si colloca, invece, nella regione del lobo frontale e può essere associata a fenomeni di depressione; mentre la cisti aracnoidea soprasellare (tra ipofisi e terzo ventricolo) si contraddistingue per una sintomatologia che comprende disfunzioni delle ghiandole endocrine, dell’ipofisi, dell’ipotalamo e disturbi della vista.
Cause delle cisti aracnoidee congenite e acquisite
L’origine della cisti aracnoidea risulta piuttosto difficile da individuare. Nella maggior parte dei casi sono considerate congenite, consecutive a difetto di sviluppo delle membrane aracnoidee con conseguente formazione di diverticoli chiusi non in comunicazione con gli spazi cisternali.
I due più importanti meccanismi patogenetici alla base dell’espansione della cisti, attualmente accettati, sono quello di una produzione liquorale da parte delle pareti cistiche o quello di un accrescimento per meccanismo a valvola, che non permette la fuoriuscita del liquor che si accumula all’interno della cisti.
Per ciò che riguarda la cisti aracnoidea acquisita o secondaria, potrebbe essere più semplice identificarne le cause, spesso legate ad alcune delle seguenti condizioni:
- tumore cerebrale;
- conseguenze di un trauma cranico;
- meningite (infezione delle meningi);
- aracnoidite (infiammazione cronica dell’aracnoide).
Come fare una diagnosi accurata?
Per una diagnosi veloce e accurata, lo specialista in neurochirurgia necessita di esami strumentali approfonditi che consentano una visualizzazione complessiva del sistema nervoso e delle zone anatomiche adiacenti, come la TAC o la risonanza magnetica nucleare (RMN) standard o con studio del flusso liquorale.
Trattandosi il più delle volte di una condizione asintomatica, non di rado il paziente viene solo casualmente a conoscenza della propria cisti aracnoidea, spesso in occasione di esami diagnostici eseguiti per monitorare altre patologie.
Cisti aracnoidea cervello: come si cura e quando è utile la neurochirurgia endoscopica
L’indicazione chirurgica si pone sempre nei casi sintomatici o quando, in assenza di sintomi clinici, si rilevano importanti segni neuroradiologici di processo espansivo, e quando la lesione si presenta nell’infanzia e non sono quindi prevedibili i potenziali effetti dannosi sullo sviluppo dell’encefalo nella fase di crescita.
Le metodiche di trattamento proposte sono varie ma possono essere attualmente suddivise in trattamento convenzionale e fenestrazione endoscopica.
Il trattamento convenzionale si avvale, fondamentalmente, della chirurgia a “cielo aperto” con asportazione e/o fenestrazione delle pareti cistiche e della detensione della cisti stessa con sistemi di derivazione liquorale (shunt cisto-peritoneale), mediante l’utilizzo di catetere connesso alla cisti e passante sottocute fino a scaricare il liquor in eccesso nella cavità addominale del paziente, permettendone il riassorbimento attraverso il peritoneo.
Da decenni la ricerca scientifica si impegna a studiare tecniche sempre più avanzate per rendere gli interventi chirurgici più efficaci e meno invasivi per il paziente.
La neurochirurgia endoscopica va in questa direzione: si avvale di un fondamentale strumento di visualizzazione miniaturizzato, l’endoscopio, con l’obiettivo di giungere al bersaglio chirurgico tramite cavità naturali o corridoi prestabiliti sicuri.
L’analisi della letteratura mostra che il trattamento convenzionale è efficace nella maggioranza dei casi (75% circa). Tuttavia, sono presenti un 8% di complicanze maggiori legate alla procedura operatoria (mortalità, flogosi liquorale, ematoma postoperatorio, deficit focali) ed un 2% di morbilità permanente. Le tecniche di detensione della cisti con derivazioni liquorali hanno invece una percentuale più bassa di complicanze operatorie maggiori e di morbilità ed una più alta percentuale di “risoluzione radiologica”. Bisogna però considerare gli svantaggi legati alla shunt dipendenza ed alla eventualità di reinterventi per ostruzione/infezione dello shunt. Di conseguenza, la scelta tra chirurgia a cielo aperto e shunt rimane tuttora controversa tanto che autori qualificati arrivano a conclusioni diverse.
I vantaggi della tecnica endoscopica
Molti sono gli elementi che rendono indicata la tecnica endoscopica. In primo luogo, l’operatività endoscopica trova il suo ambiente ideale nelle cavità cistiche ripiene di liquido chiaro, che possono così essere trattate con approccio mininvasivo, che è la caratteristica fondamentale della neuroendoscopia. Altro vantaggio rilevante della neuroendoscopia è quello di realizzare una comunicazione fra spazi liquorali ottenendo quindi la detensione cistica, senza sistemi di derivazione liquorali e risolvendo quindi i problemi della shunt dipendenza e di altre complicanze legate agli shunt (infezioni, malfunzionamenti meccanici, reinterventi). Tali considerazioni vanno naturalmente approfondite in relazione ai vari tipi di cisti e loro sedi.
Ad ogni modo, è fondamentale precisare che solitamente il neurochirurgo non ricorre all’intervento chirurgico in presenza di lesione asintomatica (nella gran parte dei casi).
Intervento di chirurgia endoscopica applicato alle cisti aracnoidee: come si esegue?
Lo specialista in neurochirurgia, una volta analizzato il caso clinico e deciso che l’approccio migliore sia quello endoscopico, esegue un piccolo foto craniotomico sulla teca cranica e introduce il Neuroendoscopio nella cisti per ottenere una visualizzazione completa della parete cistica; monitorando l’intero campo operatorio da vicino e scegliendo la migliore traiettoria con minor rischio di complicanze, effettua un’apertura che ristabilisca la comunicazione della cisti con le zone cisternali o ventricolari, utilizzando strumenti smussi come piccoli cateteri di Fogarty da 3F che dilatano la stomia e ripristinando la circolazione regolare del liquido cefalorachidiano, con conseguente riduzione o scomparsa dei sintomi.
Nei casi con Idrocefalo Ostruttivo correlato (cisti della lamina quadrigemina, cisti soprasellari, etc.) si esegue contestualmente anche una Terzo Ventricolo-Cisternostomia Endoscopica (TVCE), permettendo alla cisti aracnoidea di drenare il liquido cefalorachidiano nel ventricolo ed al ventricolo di scaricare nelle cisterne della base cranica che lo condurranno poi alle zone di riassorbimento senza l’utilizzo di shunt liquorali.
Neurochirurgia endoscopica Roma: affidati agli specialisti di Neurochirurgia 24
Per ulteriori informazioni sulle tecniche mini invasive di intervento per le cisti aracnoidee, è possibile rivolgersi all’équipe di Neurochirurgia24, vero centro d’eccellenza per la neurochirurgia endoscopica, che visita e opera presso la Clinica Villa Margherita a Roma: lo specialista di riferimento è il prof. Giuseppe Trillò, specializzato in tecniche chirurgiche endoscopiche per approcci cerebrali, ventricolari, del basicranio e della colonna vertebrale.